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La morte: il tramonto della Vita.



Prima del Covid si parlava di morte, poco o il meno possibile.

Così mi dicevano i pazienti in terapia, un argomento scomodo, un termine che, appena sentito, portava l’interlocutore a cambiare discorso o dire frasi di circostanza per cercare di interrompere qualsiasi commento ulteriore.

Ma non si può non parlare del tramonto della Vita.

Oggi passiamo da un dolore ad un altro: il Covid ci sottrae persone care.

La tristezza, il dolore, invade il nostro cuore, lo scuote fino alle radici più profonde lasciando un vuoto silenzioso.

Se fino a qualche mese fa potevamo accompagnare i nostri cari fino al loro ultimo respiro, oggi possiamo solo pensarli, con un ardore così intenso, che, ci auguriamo, giunga sino a loro.

In un letto di ospedale, senza poterli assistere, senza poter dare una carezza, una presenza costante, ci dà un dolore terribile.

Così lasciano il palcoscenico della Vita, un inchino, il sipario si chiude e rimane il silenzio assordante di tutte le parole che necessitiamo di rivolgere loro.

L’incredulità rimane nella nostra mente, facciamo fatica a capire che questo sia veramente accaduto, oggi ancora più di prima.

Le normali reazioni alla morte si sono amplificate e distorte.

Affidiamo all’etere il nostro dialogo di commiato, le parole colme di affetto, di ricordi condivisi, di attimi vissuti.

Concediamoci la lacerazione che questo dolore arreca alla nostra anima.

Salutiamo i nostri cari perché riposino in pace e perché a noi rimanga nel cuore il dolce ricordo di averli vissuti..



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