Ognuno di noi ha il suo ambiente naturale in cui si sente in armonia con l’universo. Per alcuni è la montagna, con il silenzio, la sua solidità, stabilità incrollabile agli agenti esterni che incombono su di lei, in ogni stagione, nelle diverse ore della giornata. Per altri è’ il lago con le sue acque ferme, statiche, non sempre limpide. Per altri la collina o pianura. Per me è il mare sia quando è calmo, sia quando è nervosamente increscapo o simpaticamente agitato. È il mare con i suoi suoni, il suo ritmo differente, che, tanti anni fa, mi ha donato l’immagine di come possano fluire i pensieri dalla nostra testa. Possiamo seguirli nella mente, nel loro groviglio ricorsivo o spasmodico, come quando nell’acqua si formano mulinelli vorticosi, oppure osservarli come un’onda che giunge da lontano ma poi si scioglie a riva. I pensieri sono come il mare: rumorosi quando siamo agitati, addolorati, tristi, preoccupati, silenziosi come nell’assenza di onde e possiamo essere calmi, sereni, felici. I pensieri che tormentano sono come un’onda lunga che non finisce, ti porta all’apice, sembra terminare ma poi riparte e ti fa star male. Mi piace paragonare i nostri pensieri al mare. Se impariamo a conoscerli, se li vediamo sempre nuovi, ne rimarremo estaticamente stupiti o scossi ma riusciremo a lasciarli andare, con gentilezza, come l’onda paziente che, continuamente, si frange a riva…
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