Adulti e giovani: mondi paralleli?
Il lockdown ha esasperato ed evidenziato, ai nostri occhi, un fenomeno verso il quale, noi adulti, distratti dalla nostra vita frenetica, guardavamo ma non vedevamo.
Gli adulti, animali diurni, abitanti del giorno; i giovani e giovanissimi i cittadini della notte!
Così sono i nostri ragazzi: gufi, assioli, pipistrelli, civette, barbagianni di notte; ghiri di giorno!
Tutto acuito dal vivere lo smart working da casa, per gli adulti; le videolezioni, spesso evase dagli adolescenti, perché in fase letargica in orario mattutino.
"Ci siamo accorti che, quando ci alzavamo per metterci al computer a lavorare, i nostri figli, in quel momento, andavano a dormire", così mi raccontato i genitori increduli!
Nel sentire questi racconti la mia mente è andata immediatamente a quelle immagini, che, qualche mese fa, imperversavano sul web, di animali, non certo domestici, che, mentre noi stavamo chiusi in casa, passeggiavano o stavano sdraiati sugli asfalti di paesi e città indisturbati!
Così mi appaiono i figli che vivono le relazioni di notte e riposano di giorno, mentre noi cerchiamo di dormire di notte, in una fantomatica tranquillità, con un emisfero cerebrale in dormiveglia, che si rilassa solo quando, alle prime luci del mattino, rientrano. Allora ci concediamo qualche ora di sonno prima di riprendere il tour de force quotidiano!
Attenti a quella maniglia che cigola nella apertura della porta, ci tranquillizza perché il nostro aquilotto è rientrato al nido.
I figli, come i porcospini, lanciano i loro aculei, anche se questa è solo una leggenda, quando i genitori provano a far notare loro che, vivendo di notte perdono il tempo del giorno.
Dopo un attimo, l'adulto-criceto, non ascoltato, nella sua estenuante accondiscendenza e perpetuo tentativo di spianare al figlio, ogni difficoltà; risale sulla sua ruota, trascorrendo la giornata in una corsa sfibrante fino alla sera, che lo porterà a rimanere... sempre nello stesso posto.
Così gli adulti novelli lavoratori da casa, passano dalla sedia scomoda di lavoro, del salotto o della camera da letto, al sonno ebete davanti alla tv, sprofondati sul divano!
I figli cittadini della notte, li avevamo in casa, anche prima del Covid, erano già davanti ai nostri occhi distratti, solo che ora, stando a casa, ingombriamo uno spazio che prima era solo dei figli.
Così vivono ed hanno vissuto, questi ultimi mesi, giovanissimi adolescenti che, non uscendo ancora la sera, rimangono svegli chattando o giocando online con gli amici, si preparano spuntini notturni, si immergono nella visione di serie TV, in video su YouTube che li assorbono per ore.
I più grandi delle superiori o dell'Università, ora, hanno ripreso ad uscire per incontrarsi con gli altri, tra un brindisi e l'altro all'aperto.
Adulti e giovani vivono in mondi paralleli che non si intersecano, non si sta nella stessa orbita.
Al di là del periodo di Covid, che cosa sta succedendo? Siamo troppo prescrittivi? Troppo poco? Diamo troppe spiegazioni sulle cose, perché a noi venivano date imposizioni che non si potevano eccepire? Siamo troppo accondiscendenti, nel preparare il loro cammino, prevedendo eventuali problemi ed inibiamo la loro capacità di problem solving? Noi viviamo di doveri, loro solo di piaceri? Forse un po' di tutto questo e non solo…
Quando i genitori mi raccontano tutto questo, non posso non chiedere se, al di là delle evidenze sul fare, abbiano idea di come stiano emotivamente i loro figli. Mi dicono che li percepiscono inquieti, insoddisfatti e rabbiosi, ne sono preoccupati ma non ne parlano con loro direttamente.
Raccontare le proprie emozioni sembra ancora così...scomodo, così inappropriato e così difficile.
Nell'epoca dell'apparenza e del fare, scordiamo di dare attenzione ai moti del cuore che, invece, se non ascoltati, inibiscono, stravolgono, immobilizzano la capacità di fare.
Allora come risolvere la cosa? Come tornare tutti a vivere nella stessa orbita?
Forse si potrebbe iniziare smettendo di parlare e prescrivere, mettendosi invece nella modalità di ascolto attivo, scopriremmo aspetti emotivo-affettivi-relazionali che, ad oggi, non riusciamo neanche ad immaginare...
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