La pandemia ci ha portato ad abbuffarci di serie tv?
Forse questo tempo ha incrementato un fenomeno già presente tra i giovani e che oggi coinvolge anche gli adulti.
Nel binge-watching si ha un desiderio irrefrenabile di “abbuffarsi” di serie-tv e si appaga questo desiderio ingurgitando una puntata dopo l’altra.
Fino ad un anno fa, avremmo detto che i giovani organizzano la loro giornata in base alle “serie” da vedere. Un tablet, un telefonino, un pc, infilati dentro il letto consumando una puntata dopo l’altra.
Quando finisce? Si passa a quella successiva. La si commenta con gli amici, ci si suggerisce quella più intrigante e... la vita scorre.
Noi adulti eravamo stupidi e preoccupati per una tale scansione quotidiana con il rischio di svalorizzare la giornata. Tutto il resto avveniva dopo, nel risibile “dopo” che rimaneva: dedicato ad uno studio superficiale e meteorico giusto per dire che i libri erano stati aperti.
Ma in questo anno di pandemia tutto si sta trasformando. Oggi non possiamo dire ai nostri figli di uscire e socializzare ma di stare a casa e sentirsi con gli amici tramite la multimedialità.
Nelle giornate di riposo attendiamo un tempo per stare all’aria aperta e riprenderci dalla intensità del lavoro.
Invece no, il virus scandisce il nostro tempo di socialità. In questo momento quasi assente. Oggi anche noi adulti, abituati ad uscire e vivere i tempi di svago, ci troviamo come i ragazzi, chiusi a fare passare il tempo tra una serie tv e l’altra? Molti di noi si: con la voglia di sapere cosa succederà e come andrà a finire.
Tre- quattro ore a guardare le serie tv e quando è una modalità consueta, può essere considerata una dipendenza comportamentale.
Quando tutto questo diventa dannoso?
Quando si trascurano altri ambiti della vita come le relazioni sociali o l’attività fisica: cose che in questo momento non sono possibili. Così la visione di serie tv passa dall’essere un piacevole passatempo ad un comportamento di dipendenza.
La visione di serie tv non è di per sé problematica, lo è quando al piacere di guardare si sostituisce l’urgenza di doverlo fare e la difficoltà nell’interrompere tale attività.
Ma in questo tempo di limitate possibilità cosa si può fare?
Ancora molto: leggere un libro, chiacchierare con i familiari, coccolarsi e molto altro ancora.
Questo tempo limitato può diventare un tempo riscoperto e ritrovato, sicuramente un tempo diverso, da valorizzare e non sprecare!
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